CELACANTO. La collana Laterza per ragazzi

1

Il CELACANTO è un pesce preistorico che si pensava fosse estinto, invece per 65 milioni di anni si è solo nascosto in acque profonde per raccogliere storie. Laterza propone queste storie per “terrestri bipedi” in una nuova collana per ragazzi che porta il suo nome.
Un’impresa non facile ma assolutamente ben riuscita.

2

Per quanto i bambini e i ragazzi siano curiosi e sempre pronti a interrogarsi sul passato, la storia ha bisogno di essere raccontata e spiegata anche attraverso avventure suggestive per non risultare noiosa e per stimolare l’immaginazione. In questo progetto Laterza ha trovato un equilibrio perfetto tra questi elementi, fuggendo il pericolo di rendere banale la storia, che invece rimane sempre il punto centrale e saldo di ogni testo.

3

I libri, di grande formato, sono scritti da importanti storici e scrittori italiani e internazionali mentre le illustrazioni sono firmate da disegnatori di grande prestigio.

4

Sono libri davvero belli che non passano inosservati… e forse è giusto così. Perché il richiamo della storia lo sentono tutti, come tutti avvertono il bisogno di conoscenza, la necessità di sapere dove affondano le nostre radici.

5

Non è un caso che CELACANTO sia arrivato proprio in questo periodo dove l’era digitale rischia di offuscare la memoria. CELACANTO racconta le storie del passato per regalare, attraverso una narrazione coinvolgente, un futuro più consapevole ai ragazzi.

6

Anche tu, quindi, «pronuncia il mio nome. Celacantooo: non senti il rumore del mare?».

Città del sole e Celacanto vi invitano a un ciclo di laboratori gratuiti con autori e disegnatori nei week end di fine maggio.

Per i dettagli clicca qui.

Informazioni e prenotazioni: Città del sole, via della Scrofa 65, Roma | tel. 06 68803805

Immagini tratte da:
1 Silvia Balestra, Christine e la città delle dame
Illustrazioni di Rita Petruccioli

2 Samantha Bruzzone, Marco Malvaldi, Leonardo e la marea
Illustrazioni di Desideria Guicciardini

3 Anna Foa, Portico d’Ottavia
Illustrazioni di Matteo Berton

4 Giusto Traina, Il piccolo Cesare
Illustrazioni di Mariachiara di Giorgio

5 Carola Susani, Susan, la piratessa
Illustrazioni di Simona Mulazzani

6 Enrico Brizzi, Milo e il segreto del Karakorum
Illustrazioni di Luca Caimmi

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

L’illustratore dell’anno – Città del sole

2015 coverAl via l’ottava edizione del concorso di Città del sole L’illustratore dell’anno: illustratori italiani e stranieri, senza limite di età, potranno partecipare presentando un progetto per il calendario 2016.
Dal 1999 Città del sole, la catena dei negozi del gioco creativo, pubblica un suo calendario dedicato ai bambini. I primi calendari sono stati illustrati da Nicoletta Costa, Claudia Melotti, Nikolaj Popov, Leo Lionni, André Dahan, Altan, Anne Herbauts, Sophie Fatus.
Dal 2008, invece, l’autore del calendario viene selezionato tramite una gara fra illustratrici e illustratori di tutto il mondo. L’edizione dello scorso anno è stata vinta da Erika Cunja, con il progetto Un anno sull’arca.

AprilePartecipare è semplice: basta inviare alla mail calendar.cds@gmail.com l’illustrazione di uno dei mesi dell’anno entro fine aprile 2015. I concorrenti giudicati migliori saranno invitati a presentare altre tre tavole (un mese per stagione) e avranno diritto a un rimborso spese pari a 350 euro. L’autrice o l’autore del progetto prescelto sarà invitata/o a completare il calendario e il compenso sarà di 3.500 euro. Il bando completo è consultabile qui.

Marzo

Novembre

Illustrazioni di Erika Cunja, vincitrice del bando per il calendario 2015, Un anno sull’arca.

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Thoughts on Design | Paul Rand

2

Sapevo (e speravo) che prima o poi sarebbe successo. Thoughts on Design (Chronicle Books) di Paul Rand è di nuovo in stampa. Pubblicato per la prima volta nel 1947, quando l’autore aveva solo 33 anni ma le idee sul design già molto chiare, dal 1970 non è stato mai più pubblicato.
Come tutti i suoi lavori, dai manifesti ai loghi, anche i suoi pensieri sono così attuali, potremmo dire atemporali, che rappresentano ancora oggi una linea guida per tutti i graphic designer che ne condividono i principi.Schermata 2015-02-20 a 11.05.57Edizione fedele all’originale del 1947 e comprensiva degli adeguamenti fatti dallo stesso Rand nel 1970, questa del 2014 – nata per commemorare quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno – presenta una piccola novità in apertura, ovvero l’illuminante prefazione del designer statunitense Michael Bierut: «a manifesto, a call to arms and a ringing definition of what makes good design good». Egli paragona la semplicità di questo libro a quella dei libri per bambini: frasi brevi, chiare e ricco di illustrazioni anche giocose.3Novantasei pagine – molte delle quali dedicate alle riproduzioni delle sue opere – sembrano così poche se si pensa ai preziosi contenuti e agli innumerevoli spunti che Paul Rand riesce a racchiudervi. La sua filosofia, la sua visione, le sue ricerche: è un tesoro custodito qui e alla portata di tutti (basta conoscere l’inglese, visto che ancora non esiste l’edizione in italiano).
«Graphic design… is not good design if it does not co-operate as an instrument in the service of communication»: forma e contenuto devono essere uniti per veicolare il messaggio.4Ancora, nel paragrafo The Beautiful and Useful egli scrive: «Visual communications of any kind, whether persuasive or informative, from billboards to birth announcements, should be seen as the embodiment of form and function: the integration of the beautiful and the useful». Proprio come un giocoliere, il designer – integrando il bello e l’utile – deve arrivare all’equilibrio perfetto, attraverso le proprie competenze, mescolando ingredienti e cercando soluzioni coerenti.paulrand_thoughtsondesign1Un equilibrio che si raggiunge seguendo sempre gli stessi principi, ma valutando di volta in volta gli elementi che possano essere, lì, in quel momento, e in quel caso, i più adatti a veicolare il messaggio. Schermata 2015-02-20 a 10.58.52Ricerca, studio, immaginazione, freschezza, senso dell’umorismo e emozioni sono il motore per una ricerca che conduce a un buon design. Schermata 2015-02-20 a 10.58.27Schermata 2015-02-20 a 11.01.43Mi piace concludere con una frase di László Moholy-Nagy che riassume, con la cura e l’attenzione tipiche del buon osservatore, lo spirito di Paula Rand e del suo lavoro: «He is an idealist and a realist, using the language of the poet and business man. He thinks in terms of need and function. He is able to analyze his problems but his fantasy is boundless». No, la fantasia di Paul Rand non ha mai avuto limiti.Schermata 2015-02-20 a 11.15.30

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Storie di parole

Schermata 2015-02-14 a 11.05.43Di cosa sono fatte le parole e da dove arrivano?
Un piccolo dizionario etimologico, Storie di parole (Gallucci, 2015, 160 pp, 19,50 euro), ce lo racconta. Ci sono parole che arrivano da lontano, altre da territori più vicini, parole antichissime e parole nuove, che raccontano immagini, umori, sapori.

1

Tutte le parole presenti in questo libro, illustrato a due colori dal bravissimo Alessandro Sanna, custodiscono una storia. Pensato per bambini dagli 8 ai 13 anni, è un libro capace di incuriosire anche gli adulti.

2
Di parole ne usiamo tutti i giorni… allora perché non osservarle più da vicino, tendendo l’orecchio per ascoltarne la storia nascosta?
Pensiamo all’altalena: sembra strano, eppure questa parola «deriva nientemeno che da uno strumento di guerra. Risale infatti al vocabolo latino tollēnōnem, di probabile origine etrusca, che indicava una macchina da guerra formata da due travi poste in modo che quando una delle due si alzava, l’altra si abbassava. Serviva per sollevare oggetti pesanti durante gli assedi».

Schermata 2015-02-14 a 11.06.28

La parola assassino, invece, «vuol dire letteralmente “fumatore di hashish”, una droga ricavata dalla pianta di canapa indiana. Si chiamavano così i membri di una setta, che operavano in Persia nel XII e XIII secolo. Sotto gli effetti di questa droga, essi scorrazzavano qua e là commettendo omicidi di ogni tipo».

3

Curiosa anche la storia della damigiana che «pare derivi dal francese dame Jeanne (signora Gianna). Secondo la leggenda fu una procace ostessa, tale Jeanne, a dare questo nome a un grande contenitore di vetro, panciuto e rivestito di vimini. Costei insomma avrebbe fatto realizzare a sua immagine il capace contenitore di vino, ispirandosi appunto alle sue floride forme».

4

Insomma: di parole in questo prezioso dizionario ce ne sono tante, ben 336, raccolte con cura dal famoso scrittore, giornalista e linguista Giuseppe Pittano (1921-1995), e Rossana Bonafede, sua stretta collaboratrice. Storie di parole è un dizionario che si può consultare all’occorrenza o un libro da leggere tutto d’un fiato, perché poi, in fondo, una parola tira l’altra!

Una cosa è certa: dopo averlo letto, nel nostro quotidiano, non incontreremo solo parole, ma storie. Guardando una libellula, non vedremo solo un bellissimo insetto con quattro ali trasparenti, ma anche la perfezione di una “piccola bilancia”.

Schermata 2015-02-14 a 11.05.10

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Catalogo degli addii

29

«Ho recitato il tuo nome come un mantra fino a quando
le parole hanno perso i sensi, e anch’io.
Addio».

87

A ognuno il suo addio: lo comprende bene Nina Dermar, responsabile di una casa editrice, quando cerca uno scrittore di sesso maschile per redigere lettere d’addio. E di addii sembra intendersene bene Peter Faraway che si rivela l’uomo giusto per questo difficile compito: «Per mestiere scrivo qualsiasi cosa. Per vocazione lascio quasi tutto».

31

Ironico e malinconico allo stesso tempo, il Catalogo degli addii (et al./EDIZIONI, di Marina Mander e Beppe Giacobbe) è un bellissimo e ben curato romanzo per immagini che ogni tanto mi ritrovo a sfogliare.

«Come saprà meglio di me, gli uomini non lasciano lettere d’addio, preferiscono andarsene di soppiatto, dileguarsi. Noi abbiamo pensato di offrire loro uno stimolo, qualche spunto per addolcire la pillola»: queste le parole di risposta di Nina alla candidatura di Peter.

«Il tuo ricordo si è scordato piano piano, poi, con uno starnuto, è uscito del tutto. Addio».
51

«Il mare non si può fermare. Addio».

67

«Abbandonarsi o abbandonare? Purtroppo io sono transitivo. Addio».
79

«La distanza tra ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere mi porta già altrove. Addio».83

«Ogni amore inizia con una fantasticheria e finisce con un “invece”. Addio».89

«L’addio si insinua un po’ alla volta, e un giorno dilaga, dappertutto».205

È un’idea originale quella di Marina Mander che porta il lettore a rimanere sorprendentemente coinvolto in una storia parallela che si viene a creare tra Nina Dermar e Peter Faraway: forse un sottile messaggio per dire che tra un addio e l’altro non c’è mai il vuoto, ma la possibilità di costruire una nuova storia?
Ma a questa nuova storia seguirà l’ennesimo addio?

33

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

L’uomo dei palloncini

DSC_1475C’è un grappolo di palloncini colorati in cielo che assomiglia a una nuvola leggera. La luce filtra e si colora. I bambini guardano col naso all’insù e allungano le braccia. Sotto c’è un uomo. È Luomo dei palloncini (Topipittori), bellissimo e poetico albo di Giovanna Zoboli, illustrato a matita da Simone Rea.

elefanteUn libro che parla sottovoce e che commuove. La storia è delicata e “soffice”: si racconta, infatti, dell’uomo dei palloncini, «padrone dell’aria più leggera del mondo. Così leggera che fa volare ogni cosa: balene, zebre, tigri del Bengala, motociclisti, astronavi».

DSC_1479Quando il paese è in festa lo si incontra sempre.
Sa leggere nei cuori dei bambini quest’uomo un po’ misterioso e un po’ mago: «Sa che per quel bambino timidissimo la cura è la più lenta astronave del sistema solare, la più avventurosa».

DSC_1482Forse lo sa perché è stato bambino anche lui, molto tempo fa. Sa che i bambini hanno bisogno di leggerezza e di quel sottile filo legato al polso per attraversare sereni la strada dell’infanzia, sempre unica e per questo straordinaria.

DSC_1485Non importa essere bambini: leggendo il libro viene davvero una gran voglia di incontrarlo, l’uomo dei palloncini. Chiedere a lui qual è il palloncino più adatto per continuare il cammino. Forse perché i palloncini sono “cose di bimbi”, e il bambino che è in noi non ci abbandona mai.

DSC_1478Allora vai alla festa, cerca il suo camioncino giallo a forma di valigia e chiedi, gentilmente, se può trovare un palloncino adatto a te, perché a lui «basta un gesto per portare fino a te il suo gregge meraviglioso. Abbassarlo al punto da farti AVVICINARE».

camioncino

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Paper doll

1 mar fermacPiove da giorni. Sabato ventisei luglio, ventuno gradi a Milano e piove anche oggi. Un pomeriggio – si potrebbe dire – senza senso, ma visto che il senso alle cose spesso lo diamo noi, che sia un pomeriggio di pioggia costruttivo. In casa ho forbici, carta, giornali, colori, colla e qualche fermacampione. Come si fa a far diventare un pomeriggio di pioggia costruttivo? Costruendo.
Una bambola di carta ad esempio.

2 mar fermac3 mar fermacLe forbici tagliano senza troppa precisione, nessuno schizzo preparatorio, un po’ “come viene viene”, solo con la curiosità di vedere poi come viene questo “come viene viene”.4 mar fermacEd ecco il risultato. La bambola di carta si è sentita a pezzi per poco tempo, poi – come capita a volte anche a noi – con tutti i pezzi rimessi al posto giusto, ha iniziato la sua vita di carta colorata in questo sabato ventisei luglio, ventuno gradi a Milano e con un senso ritrovato.

5 mar fermac

6 mar fermac9 mar fermac

 

 

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

House of Illustration

Nina Cosford, Getting Here © Nina Cosford

La casa è un nido, una struttura che custodisce, un luogo rassicurante dove tornare, ma è anche uno spazio dove accadono delle cose, dove si susseguono storie che vogliono essere raccontate, ascoltate e vissute. Allora non poteva che chiamarsi House of Illustration, la Casa dell’Illustrazione, il primo museo pubblico al mondo che ha inaugurato a Londra il 2 luglio con una retrospettiva dedicata a Quentin Blake, importante illustratore inglese del panorama contemporaneo; anche l’Italia lo ha ospitato qualche anno fa a Genova e Roma con la mostra Il mondo di Quentin Blake.

Charlotte Trounce © Charlotte TrounceUna casa un po’ magica questa, dedicata all’illustrazione in tutte le sue forme: libri per bambini, disegni di moda, vignette di satira politica, pubblicità e disegni scientifici, il tutto accompagnato da un ricco programma creativo fatto di laboratori, concorsi, conferenze ed eventi.

Quentin Blake - Inside Stories

La mostra di Quentin Blake, Inside Stories  (2 luglio – 2 novembre 2014), guida lo spettatore all’interno delle sue storie, creando atmosfere incantevoli e suggestive, dimostrando – anche attraverso bozzetti e storyboard inediti – come le idee nascono e cambiano forma, grazie soprattutto al dialogo e alla continua collaborazione con gli autori.

SP46b_16 Twits (c) QB 2010

Spesso, con Blake, la tecnica diventa il messaggio, anzi il personaggio: ecco perché egli ne utilizza diverse – china, pastelli, acquerelli – ma sempre con un tratto unico e originale. La sua è una scelta che nasce come risposta alla particolare atmosfera di un racconto: da un ascolto così intimo prendono forma in modo naturale i suoi personaggi e le storie.

LP10004 Capt Najork (c) QB 1974

Al di là dei tanti lavori inediti, le illustrazioni presenti in questa mostra sono le più caratteristiche e popolari, quelle dei libri di Roald Dahl’s, The Twits, Danny the Champion of the World e il suo Clown e quelle che hanno arricchito i libri di David Walliams, John Yeoman, Russell Hoban and Michael Rosen.

LP32015A Wild Washerwomen (c) QB 1979

Il museo nasce dalla ristrutturazione di un ex magazzino vittoriano a Granary Square, nel nuovo centro culturale di King’s Cross.
Hanno lavorato a questo progetto da dodici anni gli illustratori più importanti del Regno Unito, con il supporto indispensabile dello stesso Blake, di Lauren Child e Christopher Frayling.
Durante questi anni la House of Illustration ha continuamente promosso mostre itineranti e concorsi internazionali, e ha sviluppato un ricco programma educativo che, partendo dall’utilizzo delle illustrazioni, ha cercato sempre di stimolare e sostenere la creatività, l’educazione e la comunicazione nelle scuole primarie di Londra.

LP79018 Clown (c) QB 1995Tra le stanze di questa “casa” Quentin Blake ne racconta di storie, ma chissà, dopo le sue, quante altre storie illustrate continueranno ad attraversare questo luogo così unico e speciale.

www.houseofillustration.org.uk

Illustrazioni, dall’alto:
- Nina Cosford, Getting Here © Nina Cosford | da houseofillustration.org.uk
- Charlotte Trounce © Charlotte Trounce | da houseofillustration.org.uk
- Quentin Blake © – Characters from Inside Stories
- Quentin Blake © - The Twits
- Quentin Blake © - How Tom Beat Captain Najork and his Hired Sportsmen
- Quentin Blake © – The Wild Washerwomen
- Quentin Blake © – Clown

 

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Silenzio

1E se il silenzio fosse un principe vestito di bianco? Una pausa tra colori, rumori, suoni e confuse parole? E se fosse anche un bellissimo libro di Anne Herbauts, illustratrice, scrittrice e fumettista belga?

3
4Nato da un re intollerante al rumore, Prince Silencio diventa suo malgrado Ministro del Silenzio.
La gente però ama ridere, gridare, parlare, e il povero principe è visto sempre come una minaccia, quindi temuto e tenuto a distanza.
5Quando il re muore, la gente non ha più freni: canti, parole e risate invadono il regno come un fiume in piena.6Il Principe Silenzio è affascinato e guarda con stupore la gente che danza e urla di gioia e timidamente si avvicina, ma… povero principe!
Il silenzio fa paura, così viene allontanato e lasciato alla sua solitudine.7

9

8Da quel momento, nelle strade, regna solo il caos e la confusione. Tra tante parole, nessuno riesce a sentire veramente.

11Compresa l’importanza del silenzio, la gente chiede al principe di tornare, e tra risate, canzoni e parole… finalmente il Silenzio.1210

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter

Uno Zoo a Bologna

1272597_653859704645311_837372003_oA Bologna c’è uno Zoo. Non ci sono gabbie ma gli animali più strani che potete incontrare sono fatti con pasta di zucchero colorata.
La sensazione che si ha entrando è quella di essere tornati a casa; un ambiente caldo, accogliente e rilassante, dove si può fare di tutto: mangiare, leggere e giocare. Un luogo dove le cose semplici, i piccoli riti quotidiani, come bere un caffè, diventano irrinunciabili momenti.86Il caffè in uno Zoo? Pare proprio sia possibile in Strada Maggiore 50/a, perché è uno Zoo molto particolare e attrezzato questo, dove la convivenza tra Pesci, Bradipi e una Libellula funziona benissimo.
In equilibrio perfetto, questo spazio ibrido – che è pasticceria, libreria, galleria e tanto altro – nasce come laboratorio culturale da un’idea di Noemi Bermani, Elisa Delogu, Rebecca Fosser, Paola Parenti e Lucia Principe.135448_759059670791980_4529243830709579205_oZoo è un luogo multiforme dove sono confluiti l’atelier di design tessile Pesci Pneumatici, la sartoria artigianale per bambini Les Libellules, la bakery Offelleria Sorelle Fosser e il laboratorio di arti grafiche Bradipo. A breve la famiglia crescerà con Enrica Caimmi, che si dedicherà alla sezione libreria/giochi, e Monica Laudonia, pasticciera.

5La creatività è il filo conduttore che unisce tutto. Che si tratti di dolci, torte salate, libri o tessuti, la ricerca del buono e del bello conduce sempre a proposte mai banali, filtrate da un gusto impeccabile e una sapiente ricerca.
Per quanto riguarda la “bakery”, il design del cibo è supportato sempre da una selezione accurata di ingredienti per lo più biologici, o comunque comprati da aziende agricole dei dintorni.10338676_762996160398331_8071862353554712762_oLa libreria propone soprattutto albi illustrati e libri per l’infanzia, ma è possibile trovare anche fumetti o graphic novel per un pubblico più adulto.73087_423360267730490_1828979322_nI laboratori sono tanti: quelli più legati alla tecnica per gli adulti (serigrafia, tessuti, carta) e quelli per i bambini condotti con il Metodo Bruno Munari.
885831_552591958105420_256847061_o La galleria d’arti grafiche ospita sempre mostre bellissime, come l’ultima allestita in collaborazione con Illustrati e Logos Edizioni in occasione della Children’s Book Fair 2014, Vidente Natural di Isol, illustratrice, fumettista, grafica, scrittrice, cantante e compositrice argentina, vincitrice del Premio Astrid Lindgren 2013.2Insomma: se capitate a Bologna non dimenticate che a pochi passi dalle due Torri c’è uno Zoo che vi aspetta.

 

Share via emailShare on Facebook+1Pin it on PinterestShare on Twitter